In occasione dei festeggiamenti per i 100 anni dalla nascita di Don Willy Albisetti a Chiasso, mi è stato chiesto di spiegare cosa significa organizzare oggi il campeggio di Catto e quale futuro si prospetta.
Per parlare del presente occorre ritornare alle primavera del 2017: il ricordo è un po’ vago (la mia memoria è del resto notoriamente pessima), ma tutto nasce da Ettore Cavadini (e chi sennò), che convoca Elena Pellegrini-Medici e il sottoscritto e ci chiede se durante l’estate gli avremmo dato una mano a Catto, dove lui e Riccardo Camponovo avevano organizzato una settimana di campeggio principalmente per i ragazzi di scuola media. Come si poteva dire di no a Ettore, Nonostante?
Al termine di quella settimana arriva la fatidica domanda: “Per caso, non avreste voglia di provare a rilanciare il Campeggio di Catto? Ci sembra che ce ne sia un gran bisogno”, dicono loro… La risposta non poteva che essere affermativa, Nonostante…
Qualche settimana dopo Elena ed io ci troviamo con Gigio Coltamai, sempre presente quando c’è da dare un mano. Il Campeggio di Catto riparte così.
Nel 2018 saliamo con 31 ragazzi (per non appesantire il discorso userò solo la forma maschile, che al plurale include anche il genere femminile), 5 splendidi monitori, 6 volontari, 4 cuochi: quella settimana conferma che la magia di Catto è unica e che i nostri ragazzi hanno davvero bisogno di esperienze simili. Alla fine ci guardiamo negli occhi e decidiamo di proseguire, Nonostante…
Quest’anno, per la prima volta, dopo 5 anni siamo tornati ad organizzare il Campeggio di due settimane: abbiamo avuto più di 80 campisti, 21 volontari, 7 monitori, 11 aiuto monitori. In questi cinque anni, grazie anche a Claudio Schneeberger, Fabio Maestrini, Patrick Ferrari, Laurent Balogh (solo per citare coloro che ci sono stati sempre, o quasi)… abbiamo fatto fronte anche ad ostacoli impensabili: Nonostante la pandemia, anche nell’estate del 2020, con tutte le restrizioni e le difficoltà, siamo riusciti a portare a Catto 40 ragazzi.
Catto è la testimonianza che il volontariato e l’amicizia sono una ricchezza impareggiabile e sono in grado di dare vita ad esperienze uniche. Ringrazio di cuore tutti coloro che condividono questa avventura con me e che qui rappresento come semplice portaparola: la presenza di ognuno di noi è fondamentale e il nostro contributo, grande o piccolo che sia, è essenziale. Grazie!
Il nostro compito però non è quello di rispecchiarci in quanto fatto (ne siamo orgogliosi, certo, e dobbiamo dirlo) ma seminare in vista del futuro: dall’inizio di questa nuova esperienza abbiamo monitori che ritornano tutti gli anni e si spendono senza riserve; diversi ragazzi che terminano la scuola media, e che quindi non possono più partecipare come campisti, chiedono di diventare aiuto monitori. Ad alcuni ne diamo la possibilità, ma è impossibile dare spazio a tutti e tutte, basti pensare che quest’anno abbiamo avuto 45 richieste! Non disperdere questo entusiasmo e questa enorme energia è una sfida che si aggiunge alla sfida, per noi organizzatori, ma non solo: per la nostra Chiasso direi.
Fra questi giovani, e fra quelli che seguiranno, ci sono coloro che riprenderanno il testimone e proseguiranno questa magnifica esperienza, iniziata una settantina di anni fa… Nonostante
“Nonostante”, termine che caratterizzava la parlata di Don Willy, è diventato il simbolo del campeggio e vorrei terminare questo intervento proprio con le parole di Don Willy:
“Dobbiamo credere nonostante
Dobbiamo sperare nonostante
Dobbiamo amare nonostante
Nella forza di questo
nonostante
ho tanto amato Voi
e ho servito la Chiesa”